top of page

Primavera al Fuciade (Fuciade - Passo S. Pellegrino)

Aggiornamento: 17 apr 2020



Escursione di Primavera effettuata nel 2019.


Che bella stagione la Primavera, con tutte quelle sfaccettature tipiche di questa di nuova appena arrivata. Il Fuciade è la mia Primavera che prende forma. La neve inizia sempre più a diradarsi con i nuovi prati inzuppati d'acqua, fonte di vita estremamente importante per quello che saranno i pascoli estivi che seguiranno.

L'acqua, questa fonte inesorabile di vita che l'ambiente ricava dallo scioglimento della neve portando avanti un processo di vita straordinario e dal meccanismo perfetto ma che in certi frangenti, se non si guarda bene dove si cammina, può portare ad improvvise "immersioni", che in mancanza di scarponi adeguati possono risultare abbastanza spiacevoli.

La Primavera al Fuciade dunque, attraversando questa piccola comunità di baite e fienili che di questo territorio ne sono l'emblema per eccellenza. Per buona parte strutture private e per il rimanente piccole malghe utilizzate dai pastori durante i caldi pascoli estivi.

Primo fazzoletto geografico all'estremo Est del Trentino che con il Passo San Pellegrino (1919m) disegna questo territorio. Cima dell'Uomo che svetta oltre i 3000m, vetta per eccellenza e che funge da perno montuoso di questa catena che parte dal Sass de Valfredda (3009m) allungandosi ad Ovest a ridosso di Cima Costabella (2761m) e Cima de la Campagnaca (2732m). Il Fuciade lo raggiungo direttamente dal Passo seguendo quel facile ed ampio sentiero che risale dal piccolo Lago de le Poze (1914m) tra i boschi di piccole e sconosciute valli: Val Bè, Val Scursa, Pian de la Roda e via via, così talmente poco blasonate che durante il cammino passano quasi inosservate.


Risaltare anche questi piccoli particolari è sempre utile.


Il Passo San Pellegrino porta con se le tracce di una stagione da poco conclusa, importante centro sportivo invernale tra la Val di Fassa e Falcade. Tracce che mi fanno percepire quel momento di transizione e di semi abbandono dove l'escursionista deve ancora prendere piede con il territorio. In effetti, come di consuetudine in questo periodo, sono solo nel risalire questo sentiero e in qualche rara occasione mi incrocio con qualche escursionista "solitario" che scende al Passo direttamente dal Rifugio Fuciade (1982m).

Questa mi uscita non è da considerarsi una di quelle di alto ed impegnativo Trekking. Di norma la stagione primaverile mi porta ad affrontare facili escursioni dove riuscire ad abbinare la particolarità della stagione stessa e rimanendo sempre all'interno di quel contesto importante che è legato alla mia sicurezza.



Nelle alte quote la neve è ancora ben presente lungo le forcelle e nei valloni al di sopra dei 2000m e questo, con la complicità delle alte temperature e del disgelo, è un abbinamento micidiale per quello che è la formazione di improvvise slavine. In effetti questo mio pensiero non tarda a dare effettiva dimostrazione. Lungo i canaloni che scendono da Cima dell'Uomo e del Sass de Valfredda è abbastanza consueto udire qualche debole rumore che identifica qualche smottamento in atto. La cosa fa pensare molto e questo è uno dei principi che all'interno dell'ambiente montano bisogna sempre considerare come una priorità.

Ecco allora che con i primi periodi primaverili riuscire a combinare un facile e sicuro Trekking è il consiglio migliore che io possa dare. La Primavera deve essere quel momento in cui con calma e tranquillità si debbano esplorare territori con il ritmo del cambiamento stesso.


La spensieratezza e la libertà di potersi muovere all'interno delle cose semplici è il miglior modo per vedere con i propri occhi il vero cambiamento.


L'intera area del Fuciade è caratterizzata da queste strutture che ne fanno la cartolina perfetta. La catena montuosa che spicca a Nord è particolarmente consigliata durante la stagione estiva. I suoi sentieri permettono di oltrepassare questa lunga spinale di roccia e di entrare all'interno di nuovi territori come la splendida Val di San Nicolò, una delle più belle e caratteristiche vallate dell'intera Val di Fassa.

Un'unica via che attraversa questa piccola borgata di montagna, un'unica direzione che mi permette di guardare e toccare con mano queste baite in ogni minimo particolare con cui queste vengono realizzate. Alcune sono li da chissà quanti anni, così come sono state costruite allora. Alcune, private, sono state recentemente restaurate e rese agibili per delle lunghe e spensierate giornate all'interno di questo piccolo Paradiso. Ognuna di esse raccoglie con umiltà ogni contesto che fa parte di questa tradizione di alta montagna, una cultura che si tramanda di generazione in generazione e che esprime proprio nei dettagli ciò che era la quotidianità dei tempi passati. E' una piacevole e facile passeggiata, gli ampi spazi di terreno che riesce a liberarsi al sole è ancora di quel colore forte, quel colore dettato dai lunghi mesi nascosti sotto la coltre gelida della neve. L'intero territorio è protetto e sotto la tutela de "Le Regole", codici di regolamentazione molto diffusi all'interno dei territori montani e che in maniera molto severa stabiliscono dei regolamenti interni (si differenziano da comuni a comuni) per la salvaguardia di tradizioni e gestione dei territori stessi.

Questo è uno dei motivi in cui vengo completamente rapito da tutti questi particolari.



Viene spontaneo soffermarsi a guardare anche le cose più semplici, cose come la delicatezza con cui una normale finestra è curata nei suoi particolari. Gli attrezzi di una volta, quelli usati nelle malghe per la gestione degli animali e con fierezza esposti per chi sa ammirare e percepire questi importanti messaggi. I fiori e le piccole terrazze che li ospitano e la maestria con cui abili mani riescono ad intagliare ogni singolo pezzo di legno per dare vita e bellezza a queste piccole abitazioni. Il tutto ben misurato, dove ogni spazio viene ben curato e calcolato secondo dei concetti non proprio urbanistici ma che all'interno di questo loro contesto hanno un senso, lo stesso senso di comunità che legava queste generazioni l'una con l'altra.

Sono delle scoperte affascinanti, punti di vista che mi riportano indietro nel tempo. L'occasione buona per me è nel riuscire a dialogare con qualche "abitante" stagionale di queste baite. Dal dialogo instaurato percepisco il forte rapporto che scorre dentro le vene di queste persone con la loro stessa cultura, quell'istinto a voler valorizzare e allo stesso tempo proteggere ciò che fa parte della loro vita da sempre. E' un po come se dalla mia semplice richiesta di poter fare delle foto mi venga data quella risposta in cui "sì puoi fare delle foto, ma basta che ci sia da parte tua il rispetto per ciò che è nostro!!". Li per li faccio inizialmente fatica a tradurre questa frase così diretta, poi riprendendo il cammino e riflettendo su una risposta così imprevista cerco di focalizzare quelle parole e giungo alla conclusione che non sia stata l'espressione poco socievole di un locale ma sia stata, sebbene in maniera molto schietta, la rappresentazione di ciò che è un piccolo patrimonio da salvaguardare e tutelare in maniera molto severa e ferrea.

E come non dargli torto.

Il panorama che mi circonda non si limita unicamente alla lunga spinale che guarda verso Nord. Se guardo verso Sud, verso il versante opposto, è una grande sorpresa riuscire ad avere di fronte, a lunga distanza ma ben visibili, le prime vette che compongono il gruppo montuoso delle Pale di San Martino. Il Mulaz, Cima del Focobon e tutte le altre che creano quella grande muraglia rocciosa che guarda verso la Val Venegia. Il Pradazzo (2271m) che con Cima Valles (2305m) formano la struttura geografica del vicino Passo Valles (2031m), strada che dal Passo San Pellegrino porta verso il Passo Rolle.

Tante cose messe assieme all'interno di un contesto reso importante dalla semplicità di ciò che si incontra. La sensazione che provo è formata da quella positività che mi permette di focalizzare al meglio ogni cosa che incontro. Le baite come le persone, la cordialità ed accoglienza all'interno del Rifugio Fuciade e quella tranquillità racchiusa in una escursione che ritengo definire come una passeggiata di fine settimana, un facile avvicinamento di ciò che sarà più impegnativo con il passare dei mesi.



Primavera al Fuciade - Punti di Vista










Location: Fuciade - Cima dell'Uomo (TN)

Area Geografica: Passo San Pellegrino - Val di Fassa (TN)

Regione: Trentino

Accesso: Dal Passo San Pellegrino su strada sterrata/sentiero 607 in direzione del Rifugio Fuciade




Unica struttura ricettiva presente all'interno di questa area geografica. Il Rifugio Fuciade è uno dei punti di rilievo per le escursioni sia estive che invernali, uno dei punti di riferimento principali per chi si muove all'interno del territorio. Storico Rifugio a gestione familiare, offre ristorazione di qualità presentando le migliori caratteristiche culinarie della Val di Fassa. Per il pernottamento offre la disponibilità di sette comode, caratteristiche e rinnovate stanze suddivise in posti letto per due e quattro persone.

Aperto quasi tutto il periodo dell'anno seguendo un calendario prestabilito.

Foto: fuciade.it







Commentaires


bottom of page