La Val di San Lucano (Agordino)
- Stefano IDBolg
- 21 giu 2020
- Tempo di lettura: 6 min

La Val di San Lucano, una delle vallate più caratteristiche nel territorio dell'Agordino dove le Pale di San Lucano ne sono l'emblema per antonomasia. Pareti che determinano e testimoniano la possenza di questo angolo dolomitico. Ritorno a camminare lungo questa valle dopo qualche anno, rimango molto colpito nel vedere con occhi tristi ciò che Vaia ha lasciato anche lungo questo straordinario territorio. Un tempo tutto questo era composto da boschi che rendevano vita all'ambiente naturale, ora l'intera valle purtroppo porta con sè quei segni che come per istinto sembrano indelebili guardando al futuro. Ma la Natura mi insegna di guardare tutto sempre in modo positivo, ciò che conta è guardare avanti e proseguire questo mio cammino con la chiara consapevolezza che tutto debba comunque essere vissuto al meglio.
Il mio obbiettivo è uno dei percorsi ad anello più caratteristici all’interno della vallata. Risalire così il Pian della Stua (Val di Reiane) per raggiungere Casera Campigat e ritornare verso valle seguendo il sentiero che costeggia la Palada in avvicinamento a Cima di Caoz.
Col di Prà è una piccola frazione che chiude il raggruppamento civile dell’intera vallata. Cantieri e mezzi pesanti che lavorano in modo incessante lungo le sponde del torrente Tegnàs, affluente del Cordevole, per ripristinare ciò che Vaia ha violentemente distrutto nell’Autunno del 2018.

Punto di vista da Col di Prà

Punto di vista da Col di Prà

Si sale dal sentiero 761
Per risalire verso il Pian della Stua la prima parte del sentiero è molto piacevole, formato da un ampia carrareccia in un tratto completamente boschivo che fortunatamente mi allontana dalla realtà vista qualche minuto prima. Giugno inoltrato e la freschezza di prima mattina segnata da un cielo azzurro che promette bene e carica di positività ogni mio passo. La Cascata dell’Inferno, sempre attiva e con quella forza naturale che con eleganza porta a valle le acque che scendono dalle lunghe vallate a monte. In questo tratto la distruzione riprende nuovamente vita, per seguire il sentiero 761 in modo regolare devo prendere in considerazione i riferimenti lasciati da chi mi ha preceduto.

Cascata dell'Inferno

L'ampio sentiero iniziale

Prime avvisaglie di Vaia
La furia devastante si è portata via un centinaio di metri di percorso, ma basta qualche occhiata per tornare nuovamente sui piacevoli passi lasciati qualche minuto prima. Il 761 dicevo, l’unico sentiero che si deve seguire. Una lunga e tranquilla serpentina che prende quota con leggerezza ma che richiede un po di attenzione non appena si sta per raggiungere il Pont della Pita, un ponte di attraversamento che si nota con facilità. L’attenzione da me evidenziata è data unicamente dal fatto che un centinaio di metri prima del ponte, sulla sinistra, un sentiero leggermente più stretto lascia quello principale percorso fino ad ora.
Una forte impennata non segnalata ma che è la corretta direzione da seguire.
Si entra così in quella che io ho personalmente battezzato la “valle delle cascate”. Si perché in questa stagione (Giugno 2020) è ancora in atto il disgelo e verso valle è un susseguirsi di corsi d’acqua che alimentano maggiormente piccole ed affascinanti cascate che segnalano la loro presenza con un continuo e piacevole fruscio. Spettacolo di Natura.
Da qui si inizia a prendere quota, il dislivello per raggiungere la Campigat deve essere affrontato e questo è il punto in cui tutto deve essere preso in considerazione. Ma la mia pausa di metà mattina è imminente. Casera della Stua (1420m) è il punto migliore per togliere un po di peso dalla schiena e per quella colazione rigenerante ammirando il panorama che si allunga verso valle, con qualche riferimento visivo a monte dove è già visibile qualcosa di famigliare.

Cascate lungo la Val di Reiane

Torrenti lungo la Val di Reiane

Torrenti lungo la Val di Reiane

Malga Pian della Stua

Malga Pian della Stua
Lo strappo finale, sempre rimanendo all’interno di un bellissimo contesto boschivo. Punti panoramici che si allungano sempre più verso la valle man mano che la quota pende forma, fino al raggiungimento di un’ampio sentiero ben battuto dove i boschi lasciano spazio al cielo e a questo sole che a metà giornata è già caldo. Qualche serpentina, punti di vista che evidenziano la scura roccia dolomitica presente e che si assembla in modo perfetto con il verde di questi prati tipicamente da alpeggio.
Arrivare così in Forcella Cesurette e Malga Campigat a 1801m di altitudine.
La particolarità di questa forcella è data dalla bellissima panoramica che guarda verso il versante ad Est delle Pale di San Martino. Il Mulaz, Cima Foccobon e altro ancora viste da questa angolatura diversa da come si è abituati camminango lungo la Val Venegia (versante Ovest). Il vento che con grande forza risale dalla Val di San Lucano scontrandosi con l’altra forza ventosa che arriva direttamente dalla vallata opposta, la Val di Gares.
Non più utilizzata durante i pascoli estivi, la Campigat rimane ugualmente un punto logistico importante per una giornata o per un pernottamento all’interno di un locale ben tenuto, sicuro e attrezzato con il minimo indispensabile.

Lungo il sentiero

Vista sul versante Est delle Pale di San Martino (il Mulaz) e Casera Campigat (dx)

Vista sul versante Est delle Pale di San Martino (il Mulaz)

Casera Campigat

Casera Campigat
La particolarità e la bellezza di questo itinerario ha inizio ora. Se nelle precedenti ore ho potuto vivere tutto questo dove il bosco è stato l’habitath che mi ha ospitato, seguire il sentiero 759, che costeggia in quota l’intero e verde costone della Palada, è il momento clou dell’intera giornata. Un susseguirsi di continui e facili sali/scendi dove le Pale di San Lucano rimangono il punto panoramico per eccellenza. Un’unico sentiero che oltrepassa cime poco conosciute ma che offrono lo spettacolo di questa Natura Agordina. Cima Valghere 1903m, Cima Palada 1973m, attraversare la base di Cima di Caoz 2050m per arrivare quasi al limite della sua Forcella. Un transito che per circa un paio d’ore spazia verso quei punti di vista che mi fanno impazzire, e vivere tutto ciò che ho di fronte in maniera positiva. La Forcella non la si raggiunge, il sentiero 762 inizia a scendere di quota. Pochi passi per raggiungere la piccola Casera ai Doff 1875m, inoltrarmi in Val Grande e tornare così nel bosco con quello che io ho recentemente presentato in un post come il mio “Dentro Vaia”. Il momento forse meno positivo dell’intera escursione. Il sentiero che scende verso valle è il susseguirsi di un enorme cimitero di alberi, dove il cammino è garantito dalla mano dell’uomo che con mezzi meccanici è riuscito comunque a rendere agibile un territorio completamente distrutto.

Il lungo crostone in quota verso la Palada

Panorama sulle Pale di San Lucano

Casera ai Doff

Casera ai Doff

Panorama sulle Pale di San Lucano da Casera ai Doff
Qualche passaggio un po roccambolesco e quel silenzio tombale che si abbina perfettamente (purtroppo) con tutto ciò che mi circonda.
Fortunatamente l’arrivo in Baita Malgonera 1581m permette di ritrovare quella serenità e di non pensare più a quel passaggio così diverso, quasi irrecuperabile.
Baita Malgonera è una baita non pubblica, è possibile soggiornarvi previa richiesta al Club Alpino di gestione - Club Alpino di Salgareda – Ponte di Piave - TV - e ultimo punto fermo dell’intera giornata. La fredda Val Grande con i resti di Vaia lascia così il posto alla Val di Malgonera e ritrovare così i boschi e il verde naturale di questo territorio. Si scende velocemente lungo il sentiero 764, spettacolare con qualche punto di passaggio molto particolare, per ritrovarmi nuovamente alla base della Cascata dell’Inferno per le mie ultime foto di rito. Tornare a Col di Prà è ritrovare nuovamente quei cantieri e quel gran movimento di uomini e mezzi pesanti che, come da grande cultura di gente di montagna, tutto deve essere sistemato, tutto deve tornare come prima.

Torrenti lungo la Val Grande

Baita Malgonera

Panorama da Baita Malgonera

Baita Malgonera
Una bella riscoperta da parte mia. Indipendentemente da ciò che non è stato proprio positivo, questo anello agordino merita tutta l’attenzione possibile. Siamo lontani dalla pura roccia dolomitica, da quei sentieri che si inoltrano all’interno di contesti particolari.
Questa escursione è importante per chi vuole regalarsi la magia dei boschi, di infinite distese di prati verdi e senza troppo impegno, se non quello dato nella prima parte dove è necessario prendere quota. Il passaggio che da Malga Campigat arriva a Casera ai Doff è un qualcosa da vivere ad occhi aperti. Spettacolare e panoramico, dove l’enorme monolite riccioso delle Pale di San Martino sono uno dei fermi immagine più caratteristici della giornata. Da porre un po di attenzione lungo i tratti iniziali, quelli coinvolti nei lavori di ripristino che troverete un po sparsi fino a raggiungere la Cascata dell’Inferno, per poi avere strada completamente libera.
Il Video - Val di San Lucano
Location: Val di Reiane - Valle di Malgonera (BL)
Area Geografica: Val di San Lucano - Agordino Dolomiti
Regione: Veneto
Accesso: dalla località di Col di Prà - Taibon Agordino (BL)
Tempi di Percorrenza: Col di Prà->Casera della Stua 2h
Casera della Stua->Casera Campigat 1h
Casera Campigat->Baita Malgonera 2h
Baita Malgonera->Col di Prà 1h 15m
Tempo complessivo: 6h 30m (individuale)
Dislivello Totale: Col di Prà->Casera della Stua +650m
Casera della Stua->Casera Campigat +400m
Casera Campigat->Casera ai Doff +100m
Casera ai Doff->Baita Malgonera -300m
Baita Malgonera->Col di Prà -700m
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