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Pazza Primavera (Passo Giau)

Aggiornamento: 17 apr 2020



Escursione primaverile effettuata nel 2019

Pazza si, nel vero senso della parola ma non una novità. Più che altro la giudico per l’ennesima volta pazza perché le sorprese non finiscono mai quando il gioco è gestito dalla Natura stessa. Una Primavera come quella targata 2019 era da un po di anni che non la vedevo così esuberante, arrivare alla fine di Aprile con una nuova e repentina scarica di neve è un qualcosa che mi riporta indietro con la memoria di diversi anni. Ma questo non cambia assolutamente nulla, pensavo solo di aver definitivamente messo in sordina le mie ciaspe ma a quanto pare mi sono dovuto ricredere nell’immediato. Fatto è che ritornare lungo queste strade che mi portano verso il Passo Giau, in un momento in cui i giorni precedenti tutto davano a pensare che ad una nuova e fiorita Primavera, è stata una di quelle sorprese che ha illuminato di bianco le mie orbite oculari.

Penso solo nella situazione in cui, di primo mattino, dopo aver oltrepassato il Ponte de Ru Curto dovermi fermare con l’auto ed appropriami delle dovute catene da neve per poter proseguire. Già da qui intendo nel capire che quella che mi si presenta di fronte è l’ennesima ciaspolata fuori stagione. Va beh, questi sono dei particolari che comunque sia evidenziano il mio stupore essendo pienamente convinto di trovarmi di fronte i già blasonati prati in fiore.

Arrivo al Giau e la prima impressione che provo è quella di dover cercare di capire se effettivamente questo è un normale Sabato di fine Aprile, domanda più che dovuta constatando gli enormi cumuli nevosi presenti. Il Passo stesso ripulito dalla neve il giorno prima e con quello strato di ghiaccio formatosi durante la notte che continua perentorio a ostacolare qualsiasi mezzo in transito. La Ra Gusela, simbolo per eccellenza del Giau, completamente rivestita di bianco, un abito nuziale che oramai si porta addosso da diversi mesi. Nel versante opposto, a Sud del Passo, il Cernera che di tutte le vette circostanti è quello più sommerso dalla neve e che mi offre sicuramente uno dei punti di vista più intensi. La lunga spinale che inizia da Cima Lastoi de Formin allungandosi verso Punta Giau come forse mai viste durante l’Inverno appena passato. Insomma, nel contesto una di quelle giornate tipicamente invernali dove la differenza è data dal caldo sole, ovviamente consono in questo periodo.



L’idea iniziale era quella di raggiungere il Rifugio Averau, che dista a meno di due ore di cammino dal Giau. L’intento e il senso di marcia che intraprendo al momento è quello, uscendo dal classico sentiero che inizia appena oltrepassato l’Albergo Passo Giau. La situazione è troppo invitante, seguire il normale sentiero per quanto non ancora battuto non è la cosa che d’istinto richiama maggiormente il mio interesse. Vista la situazione uscire dal normale senso di marcia per addentrarmi così sulla neve fresca e vergine è un qualcosa che non può essere ripagata in nessuna maniera. Passo dopo passo, i piedi che sprofondano all’interno di questo manto friabile e che per nulla impegna fisicamente. Un piacere dopo l’altro che trova l’apoteosi con l’immagine della Ra Gusela, sempre più vicina e che diventa sempre più “ciclopica” man mano che mi avvicino. La giornata è al top, nemmeno una leggera bava di vento, una giornata limpida che permette al sole di sbattermi addosso un calore medio che si aggira sui 18°. Di quella parte di abbigliamento pesante indossato alla partenza nel giro di pochi minuti mi ritrovo già con metà del mio corpo in completa versione estiva.

Cosa chiedere di più da tutto questo!!


Diciamo pure che le sorprese non finiscono mai quando ti devi confrontare con la montagna, con questa Natura che comunque sia, indipendentemente dalle varie situazioni, mantiene viva la sua indole selvaggia. Arrivare all’Averau?, praticamente difficile. Per chi come me conosce bene il territorio, quel tratto di sentiero estivo (441) che scorre lungo il versante Ovest della Ra Gusela, è costituito per una buona parte su passaggi attraverso massi rocciosi ma per nulla pericolosi. In questo versante, sicuramente complici le forti correnti di vento, i cumuli nevosi presenti rallentano di molto il mio cammino. Il tutto diventa non impossibile ma molto difficile ed impegnativo nel mio proseguo, ed onestamente dover affrontare delle difficoltà che possono in qualche modo rendere tutto più complicato non è nel mio interesse personale. Cerco di capire, di valutare e di considerare che potrebbe risultare interessante un cambio di programma.



Guardano verso il Passo noto in lontananza la sagoma del Rifugio Fedare, un po lontanuccio dalla mia posizione attuale ma tenendo in considerazione una giornata ancora lunga la cosa si può fare. Che spettacolo questa lunga discesa verso il Fedare, una continua immersione nella neve fresca dove la sensazione è positiva, quella positività data anche dal fatto di essere il primo a camminarci sopra. E’ tutto composto di un vellutato straordinario, mi sembra di muovermi dove nessuno prima di me quasi come uno dei tanti esploratori che per la prima volta scopre un nuovo territorio.

L’importanza del gioco mentale arricchisce maggiormente le mie sensazioni


Devo poi solamente attraversare la strada che risale dalla Valle di Codalonga e risalire lungo quel costone più in quota e che affianca l’interno versante del Cernera.

Da questo punto è tutta salita. L’intento di muovermi per istinto mi porta a seguire una linea immaginaria dove il dislivello è reso più impegnativo da quel quantitativo di neve che nei minuti precedenti, in discesa, era la libidine della situazione. Lungo questi pendii che mi portano sul crinale di questo costone devo cercare di ottimizzare al meglio questa mia linea immaginaria, cercando il dislivello meno impegnativo e adattandomi ad improvvisi cambi di direzione per rendere meno impegnativa la salita.

Tutto prende un senso diverso, tutto è magia nel momento in cui arrivo in quella che io definisco la vetta di questo crostone. Ciò che dovrò affrontare in seguito sarà una lunga traversata con poco dislivello, una fase di ritorno che si allungherà verso il Passo ma tenendo ovviamente una quota molto più alta. La magia di tutto questo è rivolta dalle panoramiche che mi vengono offerte. Indipendentemente dal fatto di avere la costante presenza del Cernera (enorme), riesco a vedere ad Ovest la Marmolada, riesco a raggiungere con lo sguardo il lontanissimo Sella e nel versante ad Est uno dei punti di osservazione che rendono valore alla Punta Lastoi de Formin e l’intero Lasoi de Formin nel modo più elegante. Un punto che spazia a 360° come non mai. La quota più elevata rispetto al Passo mi porta a guardare con occhio decisamente diverso. La Ra Gusela come il Nuvolau, l’Averau e la Croda Negra sembrano quasi a portata di mano con la sensazione di avere il Falzarego dietro l’angolo. Sulla sinistra della Ra Gusela riesco a scorgere la Tofana di Roses che si pone lungo la vallata opposta, tutte loro incredibilmente ricoperte del bianco manto nevoso in cui questa pazza Primavera ha nuovamente dato notizia di se, cambiando le carte in tavola e tutti i presupposti possibili ed immaginari.

Bene, mi sento bene. Il sole è caldo e ogni tanto quella piccola folata di vento fresco equilibra in modo perfetto la mia temperatura corporea. L’ennesima situazione in cui raccolgo nell’immediato, senza mai aver dovuto in precedenza seminare. Che spettacolo!!.




Pazza Primavera - Punti di Vista

Ai piedi della Ra Gusela


Vista sul Cernera


Vista sulla Marmolada


Vista sul Sella


Il Cernera


Il Cernera


Il Cernera


Punta Lastoi de Formin


La Ra Gusela, l'Averau sx e la Croda Negra sx, la Tofana di Rozes dx


La Ra Gusela e le Tofane





Location: Passo Giau - Dolomiti Bellunesi (BL)

Area Geografica: Dolomiti d'Ampezzo - Colle Santa Lucia - Selva di Cadore (BL)

Regione: Veneto

Accesso: Il Passo Giau si raggiunge da Cortina d'Ampezzo, da Colle Santa Lucia e da Selva di Cadore con indicazioni uniche "Passo Giau".






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