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Forcella Lavaredo (Auronzo-Misurina)

Aggiornamento: 17 apr 2020



Parlare delle Tre Cime di Lavaredo è come mettere in gioco la più straordinaria opera d'arte da parte della Natura. La loro sagoma sembra uscita dalle geniali mani di uno scultore che ad occhi chiusi ha fortemente voluto e realizzato il meglio di se stesso. Ma per arrivare a questo, lungo quella forcella che crea nelle Tre Cime l'immagine più simbolica, bisogna seguire un sentiero ben definito, lungo ed impegnativo se lo si considera tale partendo dal Lago di Landro (1886m) con quel dislivello di oltre 600m che fa differenza.


Sono pienamente convinto che alcune destinazioni, quelle che da un certo punto di vista geografico e personale trasmettono quel particolare significato, debbano essere raggiunte riuscendo a combinare impegno fisico e mentale, e realizzare quel concetto in cui

la dura Montagna sia il risultato per un equilibrio interiore perfetto.


E' un mio pensiero, una mia veduta personale che mi porta a stretto contatto con quella filosofia in cui dalle più svariate difficoltà che la Natura ti pone, si possono raccogliere i frutti migliori per una vita migliore. Dentro e fuori da noi, che si rifletta in quella che è la nostra quotidianità nella vita di tutti i giorni.

Dal Lago di Landro dunque. Dal quel punto esatto in cui la conosciuta strada che porta direttamente al Rifugio Auronzo (2330m) risulta chiusa al traffico durante il periodo invernale. Affrontare questa prima parte di tragitto non è cosa facile visto il dislivello, soprattutto in condizioni di forte presenza di neve. Ciò che trovo positivo in questo primo tratto, che si inerpica lungo la Valle del Ciadin di Longeres, è che la coltre nevosa presente copre completamente il manto d'asfalto di cui questa è composta. Un segnale positivo, un valore aggiunto che permette di non avere nessun contatto con ciò che non è sentiero normale e vivere questa situazione immerso completamente all'interno del contesto naturale del territorio. Il panorama che si scontra con il sole di primo mattino che dalle spalle del Campedelle (2346m) inizia ad illuminare l'intera vallata. Calma e tranquillità lungo questa serpentina stradale, nessun filo di vento e il mio respiro, per quanto io sia ben allenato, che si fa sempre più impegnativo e chi mi fa capire che la fatica in corso non è da prendere alla leggera.



La Valle del Ciadin ha una formazione geologica con delle piccole cavità interne nascoste nel bosco. Alcune di esse sono così talmente rigonfie dalla neve presente che a malapena qualche punta di basso pino riesce ad emergere, quasi alla disperata ricerca di aria. Fa uno strano effetto risalire questo versante da questo punto di vista. Questa strada mi riporta alla memoria la stagione estiva, quando il traffico veicolare e la forte presenza di ciclisti, in procinto di effettuare la scalata su due ruote della loro vita, ne invadono ogni curva ed ogni metro, dando vita a quel "frastuono" che con poca simpatia risuona all'interno della valle. Ora però non è così, ora è tutto diverso ed io ne sono padrone con il mio silenzio interrotto solo dal mio respiro.


Raggiungere il Rifugio Auronzo è come aver affrontato la prima delle dodici fatiche di Ercole. Potrà sembrare un po strana questa mia affermazione ma devo dire che questa mia prima esperienza lungo questa strada (di solito seguo il sentiero lungo il Col delle Bisce n.d.r.) mi ha fatto percepire quella sensazione in cui nulla debba mai essere dato per scontato. Dal Rifugio il mio sguardo si perde a vista d'occhio sulle cime circostanti. Una su tutte è la presenza dei vicini Cadini di Misurina, dove il famoso e blasonato canalone che si allunga verso la Valle Ciampedelle da forte risalto di se stesso, con quella copertura nevosa che ne delinea con più eleganza la sua naturale struttura. Il versante Sud delle Tre Cime è il retro della medaglia che, a differenza di quella più conosciuta che sta a Nord, non ha nulla da invidiarne come conformità geologica. Siamo così talmente presi dalla classica cartolina delle Tre Cime (versante Nord) che troppe volte non valorizziamo il versante opposto, dove traspare in modo evidente l'enorme struttura di Dolomia che, guardando con occhio artistico, ne è il perfetto dietro le quinte, l'allestimento necessario per dare vita a ciò che offre lo spettacolo dall'altra parte, in prima fila.




Lungo il Piano di Lavaredo il mio cammino è molto più rilassato e meno impegnativo. Camminare lungo questa linea occasionale e completamente orizzontale è lo spunto che serve per guardare con occhi attenti a ciò che l'Inverno cambia in maniera repentina. Il Vallon di Lavaredo, quello che scende verso la Val Marzon, si trasforma in un lungo e quasi interminabile canalone dove ogni riferimento visivo (rocce e quant'altro) scompare sommerso dalla quantità di neve presente. Cima Cengia, è quel punto di riferimento che devo seguire lungo il mio cammino, facendo memoria del sentiero estivo e di quei pochi riferimenti presenti.


Si perchè tutto ha una percezione completamente diversa.


La diversità per esempio sta nel fatto che quella lunga linea occasionale, quel sentiero in precedenza formato da altri escursionisti, è un passaggio completamente fuori portata da quello che dovrebbe essere il sentiero originale. Mi rendo conto che il mio cammino si svolge in una quota superiore rispetto a quello estivo. Nessun pericolo ovviamente ma questo per far capire che la diversità delle situazioni che si creano possono dimostrarsi sotto la forma più banale e più impensabile come un semplice tracciato di via.

Il rapporto che io ho con la solitudine in Montagna è un fattore di cui spesso parlo. Lo ritengo fondamentale per il mio modo di essere, lo ritengo essenziale perchè è quel valore aggiunto che mi permette di percepire il meglio dalla Montagna per poter vivere al meglio me stesso.


La completa solitudine del Rifugio Lavaredo (2344m) ne è l'esempio, trasmette quella forte sensazione di benessere che si riesce a rapire la mia curiosità, quella forte attrazione di dover condividere con lui alcuni momenti che io ritengo importanti. Una sosta che mette assieme due validi motivi e che mi permette di valorizzare al meglio questa mia giornata in questo luogo così particolare. La Forcella non è lontana, devo solo effettuare l'ultimo sforzo composto da qualche centinaio di metri in salita ma alcuni elementi si sono aggiunti con quella prepotenza data da una Natura che detta le sue rigide regole. Il vento è forte, così talmente forte da innalzare con violenza enormi banchi di neve, aumentando la difficoltà ad ogni mio passo e con le ciaspe che affondano le mie gambe fin sotto le ginocchia. E' una situazione che mi si presenta all'improvviso, quasi impreparato. A memoria personale non ricordo una situazione così violenta, un vento così lacerante da rendermi difficile ciò che è già difficile. Ma a tutto c'è un prezzo, conosco bene la Montagna e so benissimo che la fatica del momento verrà ripaga con ciò che mi riserva quella Forcella.



Situata a 2452m di quota, Forcella Lavaredo è il "Grande Panorama", quel punto visivo che si allunga verso il versante più ad Ovest delle Dolomiti di Sesto. Il Rifugio Locatelli, al di sopra del Piano di Rienza, che da questo mio punto di osservazione è ben visibile come il Paterno che da bella immagine di se. Quella pura roccia di Dolomia che va in contrasto con quei pochi frangenti nevosi che in qualche modo sono riusciti ad impossessarsi di alcune delle sue guglie e campanili presenti.

Manca però il particolare più importante, quel punto di osservazione che è una delle cartoline più conosciute...


Le Tre Cime


Eccole, viste da questo fianco che le guarda di profilo è quella che io considero come la visuale che dice tutto, la cartolina perfetta. E' un insieme di continue osservazioni: maestosità, imponenza, forte impatto visivo e quella infinita sensazione dove la Montagna da perfetta dimostrazione di quella forza che solo Madre Natura poteva donare. E' un insieme di tante emozioni credimi, momenti in cui devo comunque rimanere con i piedi per terra e guardarmi bene attorno. Dalla Grava Longa, vallata rocciosa che è alla base delle Tre Cime, quelle forti raffiche di vento non hanno desistito minimamente dandomi l'impressione di trovarmi all'interno di una tempesta Artica. Arrivano con quella forza da riuscire ad elevare forti quantità di neve creando un effetto "nebulosa", che con violenza si scagliano addosso a qualsiasi elemento presente, sottoscritto compreso. Il momento è molto particolare, guardo con attenzione e cerco di memorizzare il più possibile ogni singolo particolare presente in questo luogo. Devo scendere leggermente ed uscire da quella situazione che trovo molto pesante, ritornando sui miei passi e riconciliarmi nuovamente con la solitudine del Rifugio Lavaredo. Qui la condizione è decisamente migliore, l'occasione giusta per prolungare questa mia sosta al riparo da quella forza naturale.

Sto molto bene, questo è ciò che per me è importante. Con le Tre Cime nel cuore, con quella perfetta similitudine in cui sebbene le vedi più volte durante l'anno, in ogni occasione c'è sempre qualcosa di nuovo da portare con se.




Forcella Lavaredo - Punti di Vista

Vista su la Croda del Rifugio (versante Sud delle Tre Cime)


Vista sul Rifugio Lavaredo e la Croda di Passaporto


Vista sulla Croda dei Toni


Cima Piccola (dx) e Cima Grande (sx) delle Lavaredo (versante Sud)


Vista sui Cadini di Misurina da Forcella Lavaredo


Vista sui Cadini di Misurina da Forcella Lavaredo


Il Paterno e in Lontananza il Rifugio Locatelli


La Grava Longa e in lontananza (dx) il Rifugio Locatelli


Le Tre Cime di Lavaredo da Forcella Lavaredo


La Croda di Passaporto da Forcella Lavaredo




Location: Forcella Lavaredo (BL)

Area Geografica: Auronzo-Misurina (BL)

Regione: Veneto

Accesso: Dal Rifugio Auronzo su sentiero 101 in direzione Rifugio Lavaredo/Forcella Lavaredo




Blasonato Rifugio (privato) posizionato in Forcella Longeres a 2333m nel versante Sud delle Tre Cime. Aperto durante la stagione invernale con un calendario prestabilito, dispone di servizio di ristorazione e 99 posti a dormire. Raggiungibile d'Inverno a piedi lungo la strada privata che lo collega dal Lago di Landro in circa 2h di cammino. Durante la stagione un comodo servizio con motoslitta, che parte sempre dal Lago, offre la possibilità di raggiungere il Rifugio con più facilità.






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