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Fiori di Forcella (Mondeval)



Escursione primaverile effettuata nel 2019.

Il cuore batte e i piedi scalpitano. Tanto è il desiderio di ritornare alla normalità, tanto è il piacere di potervi accompagnare lungo questa mia Primavera datata 2019, non l’attuale purtroppo. Sebbene sia passato solo un anno il periodo è molto lontano rispetto ad oggi, ad ora in cui sto pubblicando questo mio articolo ricco di tanti ricordi. Il disgelo, il ritirarsi dei grandi nevai e i fiori che tornano a dare il meglio di se stessi, di brillare al calore dei primi raggi del sole come a dar da benvenuto ad una nuova stagione. La stagione della libertà di movimento, la stagione dei vestiti più leggeri e da quelle forti marcature che il sole stesso lascia sulla nostra pelle.

Quando parlo di Primavera il mio intento è quello di potervi accompagnare lungo sentieri facili, poco impegnativi, che possano permettevi di affrontare ogni vostro possibile passo vivendo al massimo della tranquillità ogni vostro istante, ogni vostra giornata anche spingendosi alle quote leggermente più alte.


Rifugio Città di Fiume


La Civetta vista dal Rifugio Città di Fiume



Tanti bei ricordi lungo quel sentiero che dal Rifugio Città di Fiume risale verso Forcella Roan e il Mondeval, nel cuore Dolomitico e pulsante della bella Val Fiorentina. Parto senza avere una destinazione ben precisa, senza dove mettere mani ed occhi su una mappa cartacea per prendere spunto di quale obbiettivo raggiungere. Ogni mio passo è dettato dall’istinto, ogni mio sguardo riverso a qualsiasi particolare è segnato dall’istinto stesso, dove solamente il Rifugio è un punto fermo, quello della partenza seguendo quel sentiero che sale verso il Becco di Mezzodì ascoltando unicamente il rumore del vento.

Voglio che la mia giornata sia un continuo movimento, concentrata unicamente su questo

È il mio giorno perfetto, lasciato il Rifugio tutte le cime e le vette circostanti sono immerse nell’assoluto silenzio, un silenzio interrotto unicamente da qualche scia di vento quasi a volermi indicare la giusta direzione. Il Col de la Puina (2254m), un monte in cui il mio sentiero ne accarezza con delicatezza la sua base, tenendomi in ombra dal sole di primo mattino e farmi percepire ancora quella sensazione dove le temperature rimangono basse e dove l’abbigliamento del caso deve rimanere ancora pesante. Il Città di Fiume è ancora chiuso, in attesa di essere nuovamente riportato in vita e già illuminato da quei primi raggi che riescono a penetrare attraverso le forcelle e i punti di riflesso che il maestoso Pelmo ne permette l’accesso. È tutto un susseguirsi di forti emozioni da quel punto esatto, dove poter ammirare il Rifugio che con aria pacifica se ne sta tranquillamente ad osservare il Pelmo e la Civetta, per lui un punto privilegiato e riservato a pochi.


Il Rifugio Città di Fiume che guarda verso la Civetta



Aria frizzantina dunque, che si immedesima nel mio cammino anche quando riesco ad uscire dall’ombra del Col per immergermi tra le braccia di quel caldo sole che con il passare del tempo prende sempre più possesso dell’intero territorio. Forcella Roan (1999m) e Forcella de Col Roan (2075m) mi aprono verso un mondo che sconfina l’orizzonte. La Val del Boite mi offre le inconfondibili sagome dell’Antelao e del versante del Sorapiss che guardano verso la Valle stessa. La loro roccia pura di Dolomia fa bella figura riuscendo a far scomparire quasi definitivamente i nevai di una stagione appena passata, lasciando ancora piccoli spazi a dei fazzoletti bianchi che tra le loro guglie ancora riescono a difendersi da questa nuova stagione, che tutto cambierà definitivamente. In Forcella de Col Roan trovo il mio punto fermo, quello perfetto e che per istinto so che mi darà ciò che cerco. Qui la neve è quasi scomparsa del tutto e le varie Rocchette che partono direttamente dal Becco sono il punto di vista migliore, che mi permette di poterle ammirare in tutta la loro lunghezza senza tralasciarne un minimo metro.

Ora sto bene, ho trovato il punto dove la perfezione degli elementi va vissuta

Si sto bene, ho tutto a portata di mano e nulla mi manca. I fiori, quel particolare così naturale, sono una delle cose che più mi attraggono durante questo nuovo periodo.

Ad iniziare da loro tutto quello che seguirà sarà nuova vita. Aprono le danze, danno vita ad un nuovo ciclo. Dopo di loro l’erba bruciata dal gelo inizierà a riprendere forma e colore. Quel fresco e naturale verde che sarà l’alimento principale per gli animali al pascolo, quelle stesse creature ancora rinchiuse a valle, nelle stalle invernali, e pronte per risalire verso quei crinali, quei paradisi naturali chiamati alpeggi. E con i pascoli in piena attività il sole diventerà sempre più caldo, apriranno i Rifugi e l’escursionismo tornerà ad impossessarsi di questi sentieri, di queste montagne e di tutto ciò che è poesia sotto forma di Natura.


Il Pelmo lungo il sentiero



La limpidezza della giornata è stupefacente, le ore passano e devo pian piano spogliarmi dei vestiti più pesanti fino ad arrivare a percepire il calore del sole direttamente sulla pelle delle mie braccia. Quanto mi sento bene, sono così talmente euforico e carico di energia che decido per un qualcosa che raramente seguo. Malga Fiorentina è ben visibile dal mio punto fermo e con essa tutta una serie di tratti geografici che dai prati si immergono nei boschi de la Viza de Bagn, che sta ai piedi del Mont del Fen. Riesco a tracciare una linea di sentiero virtuale, ogni riferimento che mi distanzia dalla Malga è un punto cardinale importante per raggiungerla uscendo definitivamente dal sentiero ed unirmi a quei tratti di Natura selvaggia di questo territorio. Una lunga discesa dove Malga Fiorentina per brevi tratti scompare dalla mia vista, ritrovando ancora della debole neve muovendomi all’interno di un tratto di vallata mai affrontata prima d’ora. Sali e scendi attraverso piccole gole che nascondono dalla mia vista perfino la mole del Pelmo. Piccoli ruscelli che prendono vita dal disgelo attuale da dover attraversare. Versanti tenuti ancora all’ombra del sole completamente riversi di neve e un paio di momenti in cui la mia mente torna a ripetermi: “ma chi te lo ha fatto fare…”

Però se è così è perché così deve essere

Raggiungo Malga Fiorentina dopo una serie di repentini spostamenti, mezzo ricoperto di fango visto alcuni fuori programma non ben calcolati, ma completamente felice. Felice di non aver rispettato una delle regole principali che io applico alla mia metodologia escursionistica senza aver rischiato nulla, nemmeno la mia incolumità. Felice perché quel fango e i miei piedi inzuppati dall’acqua dei torrenti sono testimonianza che quella montagna, la mia montagna, la sento come se fosse tatuata nel mio corpo. Tutto questo perché il richiamo dei fiori di Primavera sono l’inizio istintivo di un lungo percorso, dove nulla è programmato, dove tutto quello che seguirà minuto dopo minuto sarà una lunga ed inesorabile scoperta.




Fiori di Forcella - Punti di Vista

Vista sulla Civetta


Malga Fiorentina e il Crot


Malga Fiorentina e in lontananza il Sella


La Civetta vista dal Col de la Puina


Il Pemo (sx) e la Civetta (dx) da Forcella de la Puina


Le varie Rocchette


Le varie Rocchette


Le varie Rocchette verso il Becco di Mezzodì


Primavera


Primavera


Primavera


Malga Fiorentina e il Pelmo





Location: Rifugio Città di Fiume - Forcella Col Roan (BL)

Area Geografica: Val Fiorentina - Dolomiti Bellunesi (BL)

Regione: Veneto

Accesso: dal Rifugio Città di Fiume su sentiero 467 direzione Forcella Col Roan->Malga Prendera->Mondeval








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