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Dentro la Roccia (Il Masarè)

Aggiornamento: 17 apr 2020



Perchè è solo così che si riesce a rimanere a stretto contatto con la Montagna. Ascoltando a distanza ravvicinata il suo vero respiro, quello che racchiude milioni e milioni di anni di esistenza. Parlo di roccia pura, di quelle occasioni in cui il sentiero mi permette di muovermi all'interno di un percorso che sfiora le sue pareti e le sue sporgenze più naturali, creando quel contatto che mi fa sentire il nulla al suo cospetto. Un confronto dove la forza visiva e l'immenso mi paragona come un piccolo sasso di fronte alla grande Montagna, ed è giusto che sia così. La Natura deve riuscire a preservarsi di fronte all'arroganza dell'essere umano, da quel suo comportamento in cui anche con un semplice gesto siamo in grado di causare danni a volte irreversibili. La Natura si deve difendere e lo fa in diversi modi. A volte anche "crudeli" se pensati dal nostro punto di vista, ma ciò che riesce a manifestare in maniera totalmente perfetta è quella sua possanza che intimorisce, creando quel rapporto dove esistono dei limiti, delle linee virtuali che non devono essere oltrepassate.



Esempio straordinario di contatto è il Masarè, un vallone roccioso in quota che divide la Tofana di Rozes dalla Tofana di Dentro, su di una quota che si aggira sui 2500m risalendo dal sentiero che costeggia l'ex Rifugio Cantore (2542m) e di seguito il Rifugio Giussani (2561m).

Il transito è su sentiero 403, che dal Giussani stesso conduce verso la Val Travenanzes e che apre un meraviglioso sipario lungo l'intero versante del Gran Lagazuoi e delle Torri di Fanis.

Quello che mi colpisce ad ogni mio passaggio è la forte vicinanza con questi enormi monoliti di pura Dolomia. Vado quasi a toccare con mano le basi di questi faraglioni che sono l'anima e il corpo di un gruppo montuoso tra i più belli dell'intero arco dolomitico. Ogni passaggio lungo questo sentiero è un susseguirsi di cambiamenti visivi delle cime che mi sovrastano. La Tofana di Rozes (3225m), come il Nemesis (2755m) e le Tre Dita (2694), sono i tre punti di riferimento principali lungo il percorso. Vivo la sensazione di averli sempre più vicini, quasi a volermi incastrare all'interno di quella loro naturale formazione geologica. Il vento è raro trovarlo durante la stagione estiva, ma quella di oggi è una di quelle giornate in cui la sua presenza si fa sentire. Guardando verso la Tofana percepisco la forza di questo vento dalla velocità con cui le nuvole si scagliano verso la sua punta estrema. Forti raffiche che risalgono dalla Val Travenanzes per raggiungere così il Masarè e dare vita ad un trampolino naturale che lo spinge verso le alte quote.

Tutto questo lo percepisco su di me, sul mio corpo.

Nessun albero o pino che sia come nessuna piccola pianta che funga come da riferimento visivo a questa forza. Solo la roccia, complice di questo elemento che in maniera naturale non mi da l'opportunità di percepirne la presenza trovandomi a volte anche impreparato. E' una sensazione straordinaria che mi fa comunque riflettere, per l'ennesima volta, di quanto io sia il nulla a confronto di ciò che mi circonda.

Una continua serpentina che scende leggermente di quota dove massi rocciosi e passaggi lungo piccole pareti sono l'adrenalina perfetta che cresce ad ogni passo. Il sentiero ora è facile e sicuro da affrontare e questo è quel valore aggiunto che mi permette la libertà di guardarmi maggiormente attorno senza farmi perdere nessun particolare.



Il panorama che prende posto, che inizia ad aprirsi con quell'eleganza che solo la Montagna è in grado di esibire. Il margine estremo del Masarè, quel punto perfetto in cui inizia la lunga discesa verso la Val Travenanzes e che apre il sipario su una delle tante meraviglie che mi circondano. Questa lunga e ripida discesa, su tratti di sentiero sconnesso, è quel sipario da me menzionato ad inizio articolo. La Travenanzes è una lunga vallata che prende vita a Nord, dal Pian de Travenanzes, dove la vicina Val di Fanes conduce verso l'Alto Adige. Una lingua naturale di roccia e prati tagliata in due dal Rio Travenanzes, che si innalza a Sud verso il Castelletto, in Forcella Col dei Bos (2331m) ai piedi della Tofana di Rozes.

Scenario perfetto dove il Gran Lagazuoi e l'intero gruppo delle Torri di Fanis regalano questa prospettiva lungo il loro ed intero versante ad Est. Ammirare tutto ciò da quel mio punto di vista che mi mantiene ancora in quota, prima della lunga discesa, è quel brivido lungo la schiena che sai da dove parte ma non capisci fino a dove arrivi.


Rimango fermo, assorto nel mio silenzio per tutto ciò che percepisco.


E' proprio così. Come ad un tratto tutta quella mia precedente percezione, tutte quella serie di situazioni vissute all'interno della dura roccia spariscono. Quasi nel dimenticatoio perchè il confronto che sto vivendo al cospetto di questo panorama è un discorso a parte. Come a voler per forza voltare pagina di un libro che continua a cambiare la sua trama, portandomi in modo obbligato a vivere delle situazioni sempre diverse. Ciò che percepisco però è dato dal fatto che questi repentini ed improvvisi cambiamenti non mi creano nessuna confusione. Riesco a rimanere perfettamente collegato ad una logica che, sebbene questi cambiamenti visivi siano molto diversi l'uno dall'altro, segue un denominatore comune mantenendomi ben saldo lungo il mio pensiero.



Ora si scende, il ripido 403 in certi punti richiede quell'attenzione che non permette distrazioni. E' spettacolare questo susseguirsi di serpentine con alcune sporgenze e stretti passaggi su roccia che mettono quel pepe necessario per alimentare il puro divertimento. La Travenanzes si fa sempre più vicina e con essa il continuo cambiamento di visuale lungo l'intera vallata, Gran Lagazuoi e Torri di Fanis comprese.

La percezione che ho vissuto durante questa escursione mi ha immerso all'interno di due contesti naturali completamente diversi. La Natura dura e difficile dominata dalla pura roccia di Dolomia e la sensazione di libertà data dalla panoramica finale. Due fattori simili per due sensazioni opposte, sebbene formati dalla stessa e identica composizione geologica.




Dentro la Roccia - Punti di Vista

La roccia del Masarè


Il Masarè

Vista sul Nemesis (sx)


Vista sulla Torre di Fanis Sud

Il Masarè

Vista sulla vetta della Tofana di Rozes


Il Masarè


Vista sulle Cime di Fanis




Location: Il Masarè

Area Geografica: Tofana di Rozes - Dolomiti d'Ampezzo (BL)

Regione: Veneto

Accesso: Dal sentiero 403 Rifugio Dibona->Rifugio Giussani




Vero gioiellino dolomitico posto a 2561m in Forcella Fontananegra. Punto di riferimento principale per tutte le escursioni all'interno dell'area delle Tofane. Offre ospitalità di ristorazione e il pernottamento con 55 posti letto. Raggiungibile in circa 1h30 da Rifugio Dibona o direttamente dal versante opposto, risalendo la Val Travenanzes in circa 3h con un dislivello di circa 700m.






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