Cengia di Primavera (Auronzo-Misurina)
- Stefano IDBolg
- 16 apr 2020
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 17 apr 2020

Escursione primaverile effettuata nel 2019
Ci sono dei luoghi che per tutti gli appassionati di Dolomiti come il sottoscritto prevalgono un po su altri. Luoghi che immancabilmente rientrano sempre nei programmi durante l’anno, indipendentemente dalla stagione in corso. Questo è dovuto a tante situazioni diverse, legate magari a ricordi di infanzia o a quelle prime esperienze che legano alla montagna per tutta la vita.
Nel mio caso mi sento molto vicino all’area che da Auronzo di Cadore risale verso Misurina e l’intero territorio delle Tre Cime di Lavaredo. Un legame che nasce un po in ritardo rispetto ad altri luoghi che hanno segnato in qualche modo il periodo in cui da bambino con mio papà risalivo sentieri di facile apprendimento. L’intera area di Auronzo e Misurina entra a far parte della mia vita all’incirca trent’anni fa, quando iniziai a muovermi con più continuità all’interno delle Dolomiti del Cadore, scoprendo angoli e panoramiche di straordinaria elevazione che per me sono stati il vero colpo di fulmine. L’intera area delle Tre Cime di Lavaredo non conosce stagione, una continuità di movimento che non concede mai una pausa e che per tutto l’anno sono punti di partenza e di arrivo di straordinari sentieri ed obbiettivi sempre raggiungibili.

Una zona in particolare ha sempre suscitato il mio interesse durante le varie fasi di cambiamento stagione dopo stagione. L’area che dalle Tre Cime si allunga verso la Piana di Cengia che con i suoi due piccoli laghi formano questo gioiello ai piedi de la Croda Passaporto e del Paterno.
Senza ombra di dubbio la stagione che prediligo per questi naturali cambiamenti rimane sempre la Primavera. Il ritirarsi dei manti nevosi per dare luce all’erba ancora bruciata dal gelo e le prime avvisaglie dei fiori che ritornano a splendere, sono l’istantanea perfetta del ritorno alla vita.
Risalire dalla Val Marzon è un approccio a questo territorio abbastanza impegnativo. Bisogna essere ben allenati per affrontare questi 800m circa di dislivello lungo il Vallon de Lavaredo, libero dal manto nevoso e che conduce fino alla base del Rifugio Auronzo. Il Vallon è un’ottima palestra per chi si vuole prepararsi alla nuova stagione in arrivo e ai lunghi Trekking che questa riserva. Offre l’opportunità di poter scrutare belle panoramiche verso il versante Est dei Cadini di Misurina, poco conosciuti da questo lato e con l’opportunità di aprirne finalmente una visuale completamente nuova. Uno dei tanti presenti Cima Campedelle, che con i suoi 2346m è il frangente roccioso che forma alla sua base la Valle omonima che risale verso Forcella Rimbianco, entrando così nel cuore pulsante dei Cadini. Il sentiero (1104) risale vertiginosamente lungo una continua serpentina, tratti di bosco e tratti a cielo aperto fino allo scorgere della prima parte sagomata del versante Sud delle Tre Cime. Il Rifugio Auronzo lo tengo alla mia sinistra risalendo il sentiero che alla mia destra mi conduce alla base di questo versante, lungo il più conosciuto sentiero 101 che dall’Auronzo porta al Rifugio Lavaredo.
Arrivare ai Laghi di Cengia e a tutta quella cornice rocciosa che li circonda è il mio obbiettivo prefissato. Un giro ad anello in senso orario che mi porterà in seguito nuovamente a valle scendendo lungo la Valle di Cengia.
Una progressione perfetta direi
Il Lavaredo è ancora chiuso in questo periodo, mancano all’incirca ancora un paio di mesi alla sua riapertura e ciò che trovo sono alcune piccole tracce di neve, gli ultimi residui di un lungo Inverno in alta quota. Trovo neve e quel leggero strato di ghiaccio sulla superficie del piccolo Lago di Lavaredo, un minuscolo specchio d’acqua che riesce di anno in anno a rimanere sempre attivo e ben alimentato successivamente dal disgelo. Un passaggio che merita sicuramente la mia attenzione e alcuni minuti di contemplazione personale che fa sempre bene. Ciò che mi aspetta dopo è una situazione che conosco benissimo da molti anno ormai. Dalla piccola Forcella successiva al Lago seguo il sentiero classico praticamente libero da qualsiasi piccola presenza di neve trovata in precedenza. Pulito e in discesa con quella straordinaria panoramica che va a coprire l’intera vallata del Pian di Cengia. Oltre che tenere sulla mia sinistra la Croda di Passaporto e successivamente la lunga spinale rocciosa del Paterno, in lontananza Monte Cengia (1559m) e alla sua sommità la maestrale sagoma della Croda dei Toni (3092m).

La classica cartolina dei Piani, quel punto di vista che mi permette di guardare ancora più lontano di quel che si pensa, grazie alla limpida giornata di sole. Le vette più alte del Gruppo delle Dolomiti di Sesto, quelle che si inerpicano alle spalle della Croda dei Toni, sembrano ad un passo di distanza da dove con continuità proseguo la mia discesa. Dei due Laghi di Cengia ancora nessuna notizia visiva. Devo arrivare alla base centrale della vallata e risalire in direzione di un piccolo dosso per trovarmi di fronte a quello che sono due piccoli specchi di ghiaccio abbracciati da un leggero velo di neve.
Mi guardo attorno e mi sembra quasi impossibile. L’intero territorio della Valle completamente in erba e le acque limpide che pensavo di trovare già attive ancora ricoperte da una stagione ormai già archiviata, ma che sembra tenere ben stretta in una morsa questi due elementi.
Certo va così e non deve essere diverso
Non lo decido io, la gestione di tutto spetta a chi di questa Natura regola ogni istante, ogni cambiamento in cui noi, esseri umani, dobbiamo solo sottostare a quello che umilmente ci viene donato. È una giornata particolare, quelle che non capitano spesso. Il sole è caldo ma a questa quota il vento fresco che sopraggiunge da Est crea quella situazione in cui non puoi concederti troppa libertà. L’abbigliamento estivo, quello della parte alta, non è molto indicato e ciò impone nel rimanere ben coperto. Raffiche che in alcuni momenti arrivano quasi a volermi indicare la strada del rientro. Considerazioni a parte plasmate sicuramente dall’ambiente che mi circonda, resto per buona parte del pomeriggio il padrone assoluto dei Piani. Sono per l’ennesima volta solo all’interno di questo mio Mondo. Per l’ennesima volta la complicità di un normale giorno della settimana mi permette il lusso di potermi muovere con quella libertà e sensazione di essere veramente solo, dove solo il vento, l’inconfondibile fischio delle Marmotte e il volo libero di qualche Taccola mi fa preziosa compagnia. C’è un punto ben preciso dove concentro la mia attenzione per quella che sarà la mia abituale sosta più lunga della giornata. Trovo quell’angolo che mi permette di mettere assieme all’interno di un unico punto di vista la Passaporto e il lungo tracciato roccioso del Paterno. Ecco, il punto è perfetto e da qui tutto un susseguirsi di pensieri e di ispirazioni assorte grazie ad una serie di lunghi e potenti respiri, quasi a voler incamerare dentro me stesso tutta l’energia positiva che da qui riesco a percepire. Vengo per un attimo distratto da una vista inusuale, inaspettata. La sagoma delle Tre Cime che mi osservano e che vista da questo mio punto non si direbbero gli stessi bastioni di roccia che formano le famose Lavaredo.
Via per il ritorno, lungo la Valle di Cengia che si allunga attraverso i boschi dove il bel Casone di Cengia Bassa è l’ultimo avamposto per una comoda sosta prima di rientrare il Val Marzon.
Cengia di Primavera - Punti di Vista

Risalendo il Vallon di Lavaredo, vista sul versante Sud delle Tre Cime

Vista sui Cadini di Misurina (sx), in lontananza sulla dx il Cristallo

Vista sui Cadini dalla parte finale del Vallon di Lavaredo

Tre Cime di Lavaredo, versante Sud

Rifugio Lavaredo

Tre Cime di Lavaredo da Forcella Lavaredo

Versante de la Grava Longa verso il Paterno da Forcella Lavaredo

Verso la Val di Cengia, in lontananza la Croda dei Toni

Il piccolo Lago di Lavaredo

Forcella Lavaredo e le Tre Cime dal versante Est

Monte Cengia

Tra la Croda Passaporto e il Paterno

La Croda di Passaporto (sx) e il versante Sud del Paterno (dx)

Inizia la discesa lungo la Valle di Cengia

Parete della Punta dell'Agnello lungo la Val di Cengia

Casone di Cengia Bassa
Location: Valle di Cengia (BL)
Area Geografica: Tre Cime di Lavaredo - Croda Passaporto - Valle di Cengia
Regione: Veneto - Dolomiti Bellunesi (BL)
Accesso: da Val Marzon risalendo il Vallon di Lavaredo sentiero1104 -> Su sentiero 101 in direzione Rifugio Lavaredo -> Su sentiero 104 direzione Forcella Pian di Cengia -> lungo la Val di Cengia su sentiero1107 per rientrare in Val Marzon
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